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  • Riccardo Ajassa

Privacy e GDPR: Babbo natale ruba i nostri dati?

I regali sono belli, ma Babbo Natale come fa a scoprire i nostri indirizzi? Come fa a sapere che cosa ci piace? Sulla base di quale lista sa se siamo stati buoni o cattivi? In altre parole, la domanda è spinosa: Babbo Natale invade la nostra privacy?



Da tantissimi anni, anzi, ormai da un tempo immemore, nella notte tra il 24 e il 25 dicembre di ogni anno un losco figuro di rosso vestito entra nelle nostre case per lasciare dei doni a grandi e piccini. È Babbo Natale, per alcuni Santa Claus, al secolo San Nicola, vescovo di Myra (oggi Demre, città situata nell'odierna Turchia): un personaggio leggendario caro a tantissime culture in tantissime parti del mondo.


Per sapere che cosa desideriamo ricevere, non solo, ma anche per scoprire gli indirizzi di tutti i bambini, in effetti Babbo Natale ha a che fare tutti gli anni con una serie di dati personali e particolari che per essere utilizzati in conformità alle norme del GDPR avrebbero bisogno del consenso del loro titolare. Ma Babbo Natale, il consenso al trattamento dei dati, ce l’ha?



Babbo Natale rispetta la nostra privacy?


Avviso al pubblico: la risposta potrebbe farvi molto male. Guardando la privacy, a conti fatti dobbiamo ammettere che nessuno di noi ha mai rilasciato a Babbo Natale il consenso al trattamento dei dati, nessuno ha mai ricevuto un’informativa dove venivano esplicitate le modalità di trattamento dei dati e, dato che nessuno può entrare in contatto con lui (salvo gli elfi e forse forse la befana), nessuno può esercitare i suoi diritti nei suoi confronti. Senza contare che il Sig. Natale tratta dati di minori, portando loro i doni desiderati.


Stando a quanto racconta la leggenda Babbo Natale avrebbe anche una lista dei nomi dei bambini che si sono comportati bene e di quelli che si sono comportati male che può essere paragonata alla fedina penale di noi adulti. Viene da sé, di conseguenza, che tali dati possono essere paragonati (almeno nel mondo di Babbo Natale) ai dati particolari o giudiziari.


Ma non tutto è male! A livello di sicurezza del trattamento, per esempio, Babbo Natale è messo sicuramente molto bene: basti pensare che in tutti gli anni di attività mai c’è stato un data breach, anche se utilizza mezzi arcaici quali carta e penna.



A Natale siamo tutti più buoni…


La questione è spinosa, perché da un punto di vista normativo non possiamo nascondere la polvere sotto al tappeto. Tuttavia, si sa, a Natale siamo tutti più buoni… resta solo da sperare che anche la Guardia di Finanza decida di chiudere un occhio! D’altronde Babbo Natale resta sempre Babbo Natale, che ci porta doni e dolcezze, un compromesso per cui viene facile perdonarlo.



Scherzi a parte, Nimble sotto l’albero di Natale lascerà una dichiarazione di consenso al trattamento dei dati personali, se la volete anche voi non dovete fare altro che contattarci o prenotare un check-up gratuito e saremo felici di aiutarvi.


Detto questo… Buon natale da Nimble!



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