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Antiriciclaggio: come svolgere una corretta autovalutazione del rischio [Antiriciclaggio]

La valutazione del rischio riveste un ruolo importante contro le attività di riciclaggio. Tra le procedure obbligatorie per qualsiasi soggetto che si presta a svolgere un'attività, in capo agli art. 15 e 16 del d.lgs. 231/2007, c'è anche un documento particolare: l'autovalutazione del rischio di riciclaggio.



In capo a quanto stabilito dalla normativa antiriciclaggio, la valutazione del rischio attribuita alle prestazioni effettuate ai clienti ricopre un ruolo essenziale per le attività di antiriciclaggio (e qualsiasi altra operazione di contrasto al riciclaggio) poiché è proprio in base ai rischi che il professionista deve adeguare i comportamenti da tenere nei confronti dei suoi clienti.


In particolare, l’articolo 20 del Decreto Legislativo 231/2007 attesta che il professionista per definire i rischi di un'attività deve esaminare e valutare diversi elementi:

  • la natura giuridica del cliente e delle attività che svolge prevalentemente;

  • il comportamento tenuto durante l'operazione e la prestazione professionale;

  • l'area geografica di residenza o sede del cliente;

  • le modalità di svolgimento e tipologia dell’operazione da effettuare;

  • la ragionevolezza dell’operazione o della prestazione professionale rispetto all'attività e ai fondi del cliente.



Cosa impone il Decreto Legislativo 231/2007?


Gli art. 15 e 16 del D.lgs. 231/2007 prevedono che

tutti i soggetti che devono svolgere un'attività adottino delle procedure obbligatorie per l'autovalutazione del rischio di riciclaggio, seguendo delle procedure organizzative e di controllo e dotandosi di sistemi informativi idonei.

Tuttavia il decreto non fornisce delle procedure standardizzate ma incoraggia ogni professionista a trovare delle soluzioni adeguate alla struttura, alle caratteristiche e alle attività del singolo Studio.


Proprio come accade con altri documenti utili al professionista (vedi, su tutti, il Modello 231), non esiste un unico modo di effettuare una corretta valutazione dei rischi. Al contrario, una autovalutazione del rischio è sempre soggettiva e si potrà dire corretta soltanto se basata sulle conoscenze che il professionista ha del cliente della sua attività lavorativa.



La valutazione del rischio riferita al cliente


Se il cliente è una persona fisica è rilevante conoscere i suoi precedenti penali, così come è fondamentale sapere se si tratta di una persona politicamente esposta; viceversa, se il cliente è una persona giuridica è bene conoscere i suoi scopi e la sua forma giuridica (evitando fiduciarie e simili).


È molto importante preferire clienti che si occupano principalmente di operazioni ordinarie e quotidiane ed evitare prestazioni che differiscono da quelle tipiche del cliente o che portano un anomalo movimento di denaro.


Quando il cliente esita a fornire informazioni relative allo scopo delle operazioni oppure fornisce dati appositamente falsi o parziali porta ad un aumento del rischio. Infine, il grado di rischio aumenta anche nel caso di aziende con sedi in paesi molto lontani e difficilmente reperibili, o magari dove è presente una grande attività mafiosa.



La valutazione del rischio riferita alla prestazione


In tema di valutazione del rischio riferita alle prestazioni, è decisamente preferibile dare la precedenza a prestazioni ordinarie, come nel caso di una consulenza continuativa, ed evitare prestazioni straordinarie, anche se queste ultime non comportano necessariamente molti rischi in più. Il punto focale è che rimane importante preferire prestazioni con modalità che garantiscano trasparenza e tracciabilità dei fondi, come per esempio operazioni che coinvolgano delle banche.


Al contrario, è importante fare attenzione alle operazioni che richiedono un elevato ammontare economico, specialmente se in contrasto con il profilo economico del cliente. Oltre che con alla capacità economica l'operazione deve essere coerente anche con l'attività e gli scopi del cliente.



Purtroppo l'autovalutazione del rischio è un'operazione difficile e che necessita di parametri di valutazione oggettivi, ma anche di grande esperienza e di opinione professionale e, in particolare, è fondamentale la conoscenza del cliente e delle sue caratteristiche tipiche al fine di poter costruire una valutazione realistica e affidabile del rischio da poter argomentare in eventuali controlli con le autorità.


I punti a cui adempiere sono tanti, non sempre di facile comprensione. Per questo è cosa buona e giusta affidarsi ai consulenti esperti. Attraverso la presenza costante e il monitoraggio delle attività, il professionista ha la tranquillità che tutti i punti della normativa siano presidiati e che la conformità sia mantenuta nel corso del tempo.


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