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  • Alessandra Casale

Antiriciclaggio: perché siamo in fibrillazione per la nuova direttiva europea?

In questi giorni abbiamo sentito diverse istituzioni “in fibrillazione” per la nuova direttiva europea in materia di antiriciclaggio. Ecco perché non dobbiamo avere né fretta né paura.




Chi s’interessa al mondo dell’antiriciclaggio e delle sue normative (o, più banalmente, chi ci segue da tempo), ormai è consapevole che la normativa antiriciclaggio italiana non è farina del sacco dei nostri legislatori, ma è una normativa di derivazione europea. Il D.Lgs. n. 231/2007 e le sue successive modifiche, infatti, sono tutte dipese dalle Direttive europee in materia.



Cosa sono le direttive europee e come funzionano nella nostra legislazione?


In gergo tecnico, la direttiva è un atto giuridico che stabilisce degli obiettivi da conseguire da parte degli Stati Membri dell’Unione Europea. Questo significa che il contenuto delle direttive non è direttamente applicabile all’interno della normativa dei singoli Stati. In altre parole, gli organi dell’Unione Europea adottano le direttive in specifiche materie e si pongono degli obiettivi da raggiungere; successivamente i singoli Stati Membri, alla luce di quanto contenuto nelle direttive, elaborano ed emanano leggi che possono comprendere tutto o parte degli obiettivi prefissati.



La storia delle direttive antiriciclaggio europee


All’interno della normativa europea ritroviamo diverse direttive in materia, che di fatto hanno integrato, modificato e implementato il sistema così come lo conosciamo oggi.


La prima direttiva risale al 1991, poi revisionata e rivoluzionata negli anni 2000.


Oggi si sente spesso parlare di due direttive molto importanti, la IV (2015/849) e la V 843/2018). Importanti perché di fatto sono gli atti che più di tutti hanno inciso sull’attuale disciplina antiriciclaggio; da un lato introducendo la titolarità effettiva ed il registro dei titolari effettivi, dall’altro per tutto ciò che concerne l’adeguata verifica.


Direttive che stanno solo in questi ultimi anni raggiungendo i loro obiettivi di allineare tutti gli Stati Membri su queste tematiche, i cui lavori possiamo dire essere ancora in corso…



Cosa prevede la nuova direttiva Europea in materia di antiriciclaggio?


Le direttive in materia antiriciclaggio sono molteplici, anche perché si tratta di un argomento che deve essere sempre affinato e modificato nel rispetto dell’evoluzione di questi comportamenti delittuosi e delle modalità di prevenzione e contrasto più opportune.


La nuova direttiva, nel dettaglio, è in elaborazione da diversi anni e tratta argomenti diversi, tra cui:


  • l’accesso ai registri dei titolari effettivi, sia nelle modalità che nei soggetti autorizzabili;

  • l’ampliamento dei poteri alle Unità di Informazione Finanziaria (UIF);

  • nuove misure di due diligence in capo ai soggetti obbligati, in particolare per quanto concerne l’identificazione del cliente e le relative segnalazioni;

  • nuovi incombenti dal 2029 per le società di calcio professionistiche di alto livello;

  • vigilanze rafforzate nei confronti degli ultra ricchi;

  • istituzione ufficiale dell’AMLA  a Francoforte.



La direttiva è già in vigore?


No, la Direttiva prima di essere in vigore ha bisogno ancora di qualche passaggio istituzionale e solo con la sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’UE potremo avere accesso al testo definitivo. Quindi le fibrillazioni di cui abbiamo tanto sentire parlare in questi giorni sono dei falsi “attenti al lupo”, è ancora tutto in divenire!



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