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Come si compila il registro antiriciclaggio [Antiriciclaggio]

Per contrastare il fenomeno dell'antiriciclaggio esistono normative di diritto penale, di diritto civile e amministrativo. Il registro antiriciclaggio rappresenta un vero e proprio registro cartaceo dove sono conservati tutti i dati necessari a fare l'identificazione corretta dei clienti.



Il decreto legislativo n. 231/2007 sancisce un determinato obbligo, cioè quello di istituire un registro antiriciclaggio, cioè della clientela, per specifiche categorie professionali, come ad esempio commercialisti, notai, avvocati, revisori della contabilità, società che si occupano di recuperare crediti.



Cosa si intende per antiriciclaggio?


Formalmente, in Italia per gestire le condotte di riciclaggio la legge ha inserito una normativa particolare che si occupa per l'appunto dell'antiriciclaggio in senso stretto (e in qualità di vero e proprio reato). Con questo termine, in inglese Anti Money Laundering, si intende un intervento volto alla prevenzione e a contrastare le attività di riciclaggio di soldi, oppure di beni o altre oggetti di valore.


Nell'atto pratico, si tratta di quelle operazioni avviate da istituti di tipo finanziario e messe a punto per poter avere tutti prerequisiti necessari secondo le normative di legge e per tenere sotto controllo in maniera vigile tutte le eventuali attività sospette o segnalate come tali.



Che cos'è il registro antiriciclaggio?


In Italia, con l'introduzione della normativa di antiriciclaggio, il cui decreto è fondato su una direttiva europea 2005/60/CE, sono stati inseriti una serie di obblighi cui il professionista deve assolvere necessari al fine di di proteggere quanto più possibile la solidità e la fermezza del sistema economico e finanziario in generale.


L'antiriciclaggio nasce dall'azione penale iniziale e finisce direttamente nella messa in opera della prevenzione, la quale può essere realizzata solo attraverso la dedizione e il lavoro di un certo tipo di operatori nel settore economico. Quindi per contrastare questo fenomeno non ci sono solo normative di diritto penale, ma bensì anche quelle di diritto civile e amministrativo. Di conseguenza, non ci saranno solo sanzioni a carattere penale, ma anche quelle di tipo civile o amministrativo.


Secondo il decreto n. 231/2007 il registro antiriciclaggio, o comunemente detto della clientela, rappresenta un vero e proprio registro cartaceo dove sono accuratamente conservati tutti i dati necessari a fare l'identificazione corretta dei clienti, come il nome, il cognome, il luogo di nascita, l'indirizzo personale, il codice fiscale e gli estremi di un documento di riconoscimento in corso di validità.

Se si tratta invece di registrare soggetti che non siano delle persone fisiche, come potrebbero essere per esempio realtà di tipo aziendale, occorre registrare la corretta denominazione sociale, la sede legale, il codice fiscale, oppure nel caso di persone giuridiche, va indicata la partita IVA; questi sono tutti dati rilevati quando si assolve all'obbligo di identificazione.


I professionisti, nonché i soggetti iscritti ai vari albi professionali di riferimento, hanno l'obbligo formale primario di redigere un vero e proprio archivio costituito e controllato attraverso strumenti informatici; in alternativa hanno a disposizione la creazione del registro antiriciclaggio della clientela di tipo cartaceo che assolve comunque al dovere di controllo.



Come si compila un registro antiriciclaggio?


Questo tipo di registro va compilato seguendo un certo tipo di ordine cronologico, poiché si ha il dovere e l'obbligo di rilevare e trascrivere tutti i dati necessari entro 30 giorni di tempo dalla data di presa in carico dell'attività oppure dalla data coincidente all'attuazione dell'operazione. Per una corretta compilazione del registro antiriciclaggio cartaceo, si dovranno seguire tutte le indicazioni e i parametri sanciti dall'articolo trentotto del Decreto Legislativo 231/07. Alcune regole fondamentali da seguire sono:

  1. Il registro deve essere numerato in maniera progressiva e deve essere apposto un sigillo su ciascuna pagina, procedura a cura del soggetto obbligato oppure di chi collabora con lui che magari in questo caso viene delegato;

  2. Occorre riportare sull'ultima pagina del documento il numero di pagine totali che lo compongono;

  3. Occorre che il registro sia sottoscritto dal legale rappresentante oppure dal soggetto che viene incaricato e al quale è affidata la delega per la compilazione del registro antiriciclaggio;

  4. È importante che il registro sia redatto rigorosamente a mano;

  5. Il registro deve essere rilegato, dal momento che non è consentito l'utilizzo di fogli che si muovono oppure di anelli.


Una considerazione importante da fare riguarda l'obbligo di tenere aggiornate in maniera costante tutte le informazioni trascritte sul registro, ogni volta che il professionista viene a conoscenza in un secondo momento di nuove informazioni, oppure dopo la scadenza e la fine della prestazione professionale elargita.


Nel caso in cui sia omessa la creazione del registro antiriciclaggio cartaceo è prevista una sanzione amministrativa pecuniaria, mentre ogni volta che si farà una registrazione in ritardo, oppure incompleta o dimenticata, il decreto 231/07 prevede una sanzione pecuniaria ma a carattere penale.



I punti a cui adempiere in effetti non sono sempre di facile comprensione: per questo è cosa buona e giusta rivolgersi sempre a consulenti esperti. Attraverso la presenza costante e il monitoraggio delle attività, il professionista ha la tranquillità che tutti i punti della normativa siano presidiati e che la conformità sia mantenuta nel corso del tempo.


Non sai da dove cominciare?

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