Antiriciclaggio: 14 Regole Tecniche e tutte le linee guida principali emanate dal Consiglio Nazionale Forense per la prevenzione e il contrasto dell’antiriciclaggio
In capo al decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231 che recepisce a sua volta la direttiva europea 2005/60/CE, ogni categoria professionale è obbligata per legge a venire incontro ad alcuni criteri specifici per la prevenzione e il contrasto dell’antiriciclaggio. Si tratta di normative specifiche, proporzionate al rischio in relazione al tipo di cliente e attività, al tipo di rapporto, di prestazione professionale e a diversi altri fattori che tengono conto dei dati e delle informazioni acquisite o possedute nell’esercizio della propria attività professionale.
Tra i soggetti interessati dalla normativa e dai suoi aggiornamenti ci sono anche gli studi legali, indipendentemente dalla loro struttura individuale o in forma associata o societaria.
Il responsabile degli adempimenti antiriciclaggio per gli avvocati [Antiriciclaggio Avvocati]
La direttiva europea stabilisce che il controllo del rispetto della normativa sia affidato agli organismi di autoregolamentazione predisposti per ogni singola categoria professionale, dove con “organismo di autoregolamentazione” si indica:
l’ente esponenziale, rappresentativo di una categoria professionale, ivi comprese le sue articolazioni territoriali e i consigli di disciplina cui l’ordinamento vigente attribuisce poteri di regolamentazione, di controllo della categoria, di verifica del rispetto delle norme che disciplinano l’esercizio della professione e di irrogazione, attraverso gli organi all’uopo predisposti, delle sanzioni previste per la loro violazione.
Per quanto riguarda gli avvocati, va da sé che questo organismo viene identificato nel Consiglio Nazionale Forense e in tutti i suoi rami dislocati sul territorio nazionale. È così che il Consiglio Nazionale Forense ha diramato 14 norme tecniche relative alla complessa materia dell’antiriciclaggio (consulta il documento ufficiale per l’elenco completo), norme che pongono in capo una costante attività atta alla verifica, ancorché semplificata, dei loro clienti.
Gli adempimenti antiriciclaggio per gli avvocati: alcuni esempi [Antiriciclaggio Avvocati]
In base a dette regole, infatti, all’interno degli studi legali dovranno essere adottate specifiche misure finalizzate all’analisi e alla valutazione dei rischi che dovranno indurre gli avvocati a segnalare eventuali casi sospetti di riciclaggio e finanziamento del terrorismo.
Un esempio? L’avvocato, innanzitutto, deve provvedere a identificare sia il cliente sia il titolare effettivo dei dati, quindi procedere alla registrazione e conservazione dei dati relativi al primo e formare i suoi dipendenti e collaboratori di studio. Qualora, durante la raccolta di questi dati, l’avvocato sospetti che il cliente stia ponendo in essere determinate azioni che sottendono ad operazioni di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo, deve inoltrare una segnalazione all’ente preposto, ovvero l’UIF (Unità di Informazione Finanziaria).
Un altro esempio: l’avvocato è obbligato a segnalare al MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) qualunque trasferimento di denaro contante (solo se superiore a € 3.000) che viene posto in essere tra soggetti diversi, per svariati motivi.
Un ultimo esempio: in relazione alla normativa antiriciclaggio, la regola tecnica numero 4 concede agli avvocati la facoltà di incaricare, della valutazione del rischio, soggetti terzi, come società di consulenza.
Classificazione a basso rischio [Antiriciclaggio Avvocati]
La disciplina cataloga i clienti in base al rischio (regola tecnica numero 5). Stando a questa suddivisione, rientrano in detta tipologia le pubbliche amministrazioni, fra le quali anche gli organismi ed enti facenti pubbliche funzioni, le società quotate nei mercati regolamenti UE, i soggetti sottoposti a vigilanza (come le società di assicurazione) e gli istituti di credito.
In presenza di clienti rientranti in tale classificazione, gli avvocati possono adottare il metodo della verifica semplificata, riducendo, quindi, la frequenza e l’estensione degli adempimenti, ovvero senza la necessità di svolgere verifiche dettagliate.
Gli adempimenti antiriciclaggio per gli avvocati: chi ne è esente? [Antiriciclaggio Avvocati]
Nonostante sia ovvio che queste 14 regole tecniche dovrebbero facilitare gli adempimenti antiriciclaggio degli avvocati, le linee guide rilasciate dal Consiglio Nazionale Forense sono numerose e complesse e necessitano di particolare attenzione. Ma non tutti gli incarichi svolti dagli avvocati rientrano in questa specifica disciplina.
Risultano esonerati gli avvocati di mera consulenza stragiudiziale relativa a questioni di natura non patrimoniale, l’assistenza in arbitrati, in mediazioni o nelle negoziazioni assistite; risultano, altresì, esclusi coloro che ricoprono la carica di amministratore di sostegno, curatore o tutore, i custodi giudiziari e i delegati alle operazioni di vendita.
I punti a cui adempiere sono tanti, non sempre di facile comprensione. Allo stesso tempo, però, i rischi per chi non si adegua alle linee guida della normativa antiriciclaggio sono altissimi, così come le sanzioni. Per questo è cosa buona e giusta affidarsi ai consulenti esperti. Attraverso la presenza costante e il monitoraggio delle attività, il professionista ha la tranquillità che tutti i punti della normativa siano presidiati e che la conformità sia mantenuta nel corso del tempo.