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Antiriciclaggio e Assegni [Assegni Antiriciclaggio]

Aggiornamento: 1 apr 2021

Assegni e la normativa antiriciclaggio: i limiti, le regole e le sanzioni


Non è un segreto che nel nostro sistema economico gli assegni siano una delle forme di pagamento più popolari: le prime forme embrionali si registrano già ai tempi degli antichi Romani (praescriptio), così come tra i mercanti musulmani, che attraverso il ṣakk (da cui è nata la parola cheque, usata nelle lingue europee) individuarono un modo per trasferire il denaro più sicuro che trasportare la moneta metallica.


Pur essendo uno strumento che ha attraversato indenne i secoli e le culture, la sua normativa appare ancora obsoleta. Basti pensare che in Italia la norma principale in materia è il regio decreto 21 dicembre 1933, n. 1736, un decreto che a breve compirà ben 100 anni.

Anche gli assegni, trattandosi a tutti gli effetti di trasferimento di denaro, s’intrecciano in modo indissolubile con la materia dell’antiriciclaggio. Per questo motivo la normativa antiriciclaggio (d.lgs. n. 231/2007) ha previsto delle sanzioni molto aspre per chi utilizza gli assegni in modo illecito, in particolare quando sono privi della dicitura "non trasferibile".


Legge antiriciclaggio [Assegni Antiriciclaggio]


Alla luce degli artt. 49 e 51 del d.lgs. n. 231/2007, tutti gli assegni (che siano postali, circolari o bancari) che superano un importo di € 1000 devono obbligatoriamente indicare alcuni dati, tra cui: la ragione sociale del trasferimento del denaro, il nome del beneficiario, la clausola di non trasferibilità. Soltanto in questo modo l’azione può essere definita legale.


L’attenzione si è concentrata in particolare sulla clausola di non trasferibilità. Al fine di contrastare il riciclaggio e l'evasione fiscale è necessario che l’assegno presenti la clausola di non trasferibilità ogni volta che sia superiore ai € 1000. In breve: il rilascio di assegni “trasferibili” è possibile solo per importi inferiori a € 1.000. A partire dalla somma di € 1.000, tutti gli assegni devono portare la clausola di “non trasferibilità”.


Le sanzioni [Assegni Antiriciclaggio]


Se l'assegno non presenta la clausola di non trasferibilità, chiunque incassi o emetta un assegno con un importo pari o maggiore a € 1000 può andare incontro a diverse sanzioni (da € 30.000 a € 50.000) - a meno che non ricorrano le circostanze di minore gravità della violazione, accertate ai sensi dell’articolo 67 del D.Lgs. n. 231/2007. Tra le novità portate dall’art. 9-bis dalla Legge di conversione del d.lgs. n.119-2018, infatti, c'è anche una forte riduzione della sanzione applicabile alle violazioni: qualora ricorrano le circostanze di minore gravità della violazione, se gli importi sono inferiori a € 30.000 la sanzione può ridursi al pari del 10% dell’importo emesso.


Tra le circostanze di minore gravità della violazione si segnalano: la gravità e durata della violazione; il grado di responsabilità, nonché la capacità finanziaria della persona fisica o giuridica; l’entità del vantaggio ottenuto o delle perdite evitate per effetto della violazione, nella misura in cui siano determinabili; le precedenti violazioni delle disposizioni in materia nelle quali è eventualmente già incorso il soggetto.

È importante sottolineare, inoltre, che questa nuova funzione può essere anche retroattiva.


Identificazione e questionario [Assegni Antiriciclaggio]


Per fare tutto nel migliore dei modi, ogni cliente che esegue o emette un assegno con un valore pari o superiore a € 1.000 è obbligato a comunicare tutto alla Banca: il proprio nome, il proprio Codice Fiscale e i dati del documento d’identità, ma anche i dati della persona che deve ricevere tale assegno. Anche le Banche, infatti, hanno un compito importante, perché sono obbligate a richiedere tutte queste informazioni ai clienti attraverso i cosiddetti questionari antiriciclaggio. La Banca, dal canto suo, deve necessariamente aggiornare tutte le nuove informazioni e confermare quelle già conosciute (tra cui la professione del cliente, la sua attività politica e i suoi rapporti con la pubblica amministrazione).

I punti a cui adempiere sono tanti. Allo stesso tempo, però, i rischi per chi non rispetta le linee guida della normativa antiriciclaggio sono altissimi, così come le sanzioni. Per questo è cosa buona e giusta affidarsi ai consulenti esperti. Attraverso la presenza costante e il monitoraggio delle attività, il professionista ha la tranquillità che tutti i punti della normativa siano presidiati e che la conformità sia mantenuta nel corso del tempo.

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